Azorín, in fondo, non crede a nulla, e non stima più di tre o quattro persone tra le numerosissime che frequenta. Quel che gli desta più ripugnanza è la frivolezza, la leggerezza, l'incoscienza degli uomini di lettere. Forse questo è un male che la politica ha creato e che ha fomentato nella letteratura. Non c'è cosa più abbietta di un politico: un politico è un uomo che si muove meccanicamente, che pronuncia incoscientemente dei discorsi, che fa promesse senza sapere che le sta facendo, che dà strette di mano a persone che non conosce, che sorride, sorride sempre con uno stupido sorriso meccanico&